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L’Italia digitale: bene le imprese, ma il paese è fermo

E’ stato pubblicato il nuovo Desi Index, l’indicatore che misura la transazione al digitale nell’economia e nella società promosso dalla Commissione europea. L’Italia si è confermata al 25mo posto tra i 28 paesi membri dell’Unione Europea.

Tutti gli indici restano deludenti: la connettività, ovvero la velocità della Rete e i costi; il capitale umano, vale a dire la diffusione delle competenze digitali; l’utilizzo di Internet, anche economico e di transazioni on-line; la digitalizzazione delle imprese, del commercio, della pubblica amministrazione e le politiche di e-government dei singoli paesi.
I Paesi più digitali sono quelli scandinavi, il Benelux, la Gran Bretagna e l’Estonia. Buona la situazione in Germania, Francia, Austria e penisola iberica, come pure in Lituania, Repubblica Ceca e Slovenia. Male per gli altri, tra cui Italia e Grecia.
Lo studio sottolinea che “le imprese italiane stanno perseguendo dei percorsi di trasformazione abilitati dalle tecnologie digitali, con importanti risultati come quelli relativi alla fatturazione elettronica”, a fronte di un gap della pubblica amministrazione, i cui processi di digitalizzazione sono addirittura passati dal 17mo al 21mo posto.
Qui il link al Desi Index

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