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«Per cassa» e più complessa: la nuova contabilità semplificata

Con la nuova legge finanziaria, dal 1 gennaio 2017 le imprese in contabilità semplificata calcolano il reddito in base al principio di cassa, al posto del principio “di competenza” in vigore fino ad ora.
Questo cambiamento comporterà una contabilità più complessa per le ditte “in semplificata” e quello di cassa sarà il regime naturale per tutte le imprese minori.
Cosa cambia nella sostanza? Proviamo a capire più in dettaglio.
I ricavi dell’anno 2017, derivanti da fatture emesse a clienti, andranno a formare il reddito solo se effettivamente incassati entro il 31 dicembre.
I costi dell’anno 2017, derivanti da fatture ricevute da fornitori, potranno essere portati in diminuzione del reddito del 2017 solo se effettivamente pagati entro il 31 dicembre.
Le rimanenze di magazzino dal punto di vista contabile non non hanno alcuna rilevanza nella determinazione del reddito di impresa. Solo per l’anno 2017 sarà possibile inserire le rimanenze finali al 31 dicembre 2016 come costi nel bilancio di quest’anno.
Ammortamenti, plusvalenze, sopravvenienze, perdite su crediti, accantonamento TFR, autoconsumo personale e familiare concorrono alla formazione del reddito dell’impresa in deroga al principio di cassa.

Per usare una formula si potrebbe scrivere così:

Ricavi incassati – Costi pagati (entro il 31/12/2017)
– ammortamenti
+/- sopravvenienze attive/passive
+ Plusvalenze
-TFR
– autoconsumo personale e familiare
= REDDITO DI IMPRESA 2017

Com’è facilmente intuibile, il cambiamento comporterà una contabilità più complessa per le ditte “in semplificata”
Ad esempio, il «Registro incassi e pagamenti» si aggiungerà ai tradizionali registri Iva: si dovranno registrare le fatture e i documenti fiscali nei registri Iva (in ordine alla data delle fatture) per le liquidazioni Iva trimestrali; si dovranno registrare le fatture in ordine agli effettivi incassi e pagamenti e alla data in cui questi avvengono nel registro incassi e pagamenti.

Anche all’imprenditore si chiede più impegno. Cosa deve fare? Alcuni consigli:
– deve aver cura nel fare copia dei mezzi di pagamento eseguiti ai fornitori o di incasso ricevuti dai clienti: ogni fattura deve avere allegato sul retro copia del bonifico, dell’assegno, della ricevuta bancaria.
– deve evitare i pagamenti in contanti se non per importi esigui.
– deve evitare di incassare in contanti le fatture emesse e, in caso questo avvenisse, di provvedere al relativo versamento in conto corrente della ditta.
– deve informare lo Studio nel caso una fattura non fosse stata pagata o incassata.
– deve portare preferibilmente l’estratto conto bancario della ditta in modo da poter ricostruire i pagamenti o gli incassi.

Al contribuente comunque è consentito optare per la contabilità ordinaria.
L’opzione è valida fino a revoca e vincola per un periodo minimo di tre anni. La norma tuttavia è in contraddizione con la disciplina delle opzioni (art. 3 DPR 442/97) che vincola il contribuente per un anno.
La contabilità ordinaria mantiene il regime di competenza, in base al quale il reddito si forma con i costi e i ricavi dell’anno in cui sono maturati.
L’opzione per la contabilità ordinaria permette di usufruire delle agevolazioni 2017 per aliquota ridotta al 24% previste dall’IRI.

Resta invariato invece il regime dei minimi e quello forfettario che sono già gestiti per cassa.

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